PESCA: GRANDE SUCCESSO PER “CENTOOTTO” ANCHE ALLA RASSEGNA “IL CINEMA IN PIAZZA” DI ROMA
Grande successo ieri sera alla rassegna “Il Cinema in Piazza” della Fondazione Piccolo America per la serata organizzata da Confronti e Fai Cisl, che ha visto al Parco Monte Ciocci la proiezione del docufilm Centootto (2021) di Giuseppe Bellasalma, Michele Lipori e Claudio Paravati.
Il film, prodotto da Fai-Cisl e Confronti Kino, dopo tanti apprezzamenti di pubblico e critica riscontrati sia in diverse proiezioni pubbliche che in vari festival italiani e internazionali, ha fatto tappa di nuovo a Roma, presentato dal caporedattore di Confronti e regista del film Michele Lipori, dal Segretario Generale della federazione agroalimentare cislina, Onofrio Rota, da Giuseppe Bellasalma, regista del film e dall’armatore Marco Marrone.
Michele Lipori ha introdotto il progetto spiegando che “nasce da una joint venture tra Confronti Kino, il settore cinematografico di Confronti e la Fai-Cisl, per raccontare una vicenda che è stata agli onori delle cronache per un po’ di tempo, ovvero quella dei 18 marinai sequestrati a bordo di due pescherecci, il Medinea e l’Antartide, dal 1 settembre al 17 dicembre 2020, quindi centootto giorni dopo. La storia del sequestro racconta come si vive il mare e cosa significa pescare all’interno del mar Mediterraneo, un luogo dove si intrecciano molte storie e conflitti”.
“Da diversi anni – ha aggiunto il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota – abbiamo deciso di affiancare alla testimonianza diretta e quotidiana degli operatori sindacali, che in tutta Italia rappresentano il mondo del lavoro agroalimentare, il racconto di queste azioni attraverso docufilm e campagne sociali che fuoriescono dai tradizionali schemi comunicativi del sindacato. Centootto è una storia che abbiamo voluto raccontare soprattutto per due motivi. Il primo è che abbiamo condiviso con le famiglie dei pescatori e con l’armatore Marco Marrone, che è tra i protagonisti di questa storia, la vicenda umana del sequestro, che ci teniamo non sia dimenticata. Il secondo motivo si unisce alla nostra battaglia sindacale per rappresentare i tanti pescatori che escono in mare per battute di diverse settimane e spesso subiscono queste azioni, contro le quali stiamo lottando anche a livello di politica europea per garantire loro tutte le protezioni necessarie. È una storia dunque che va raccontata, perché è ancora attualissima e perché aiuta a tenere alta l’attenzione sul duro lavoro dei pescatori, sui rischi che corrono ogni giorno e sulle tante problematiche del settore”.
“La sfida narrativa – ha raccontato il regista Giuseppe Bellasalma – è stata quella di cercare di allontanarci dalla cronaca e portare la vicenda su un terreno che andasse più verso l’universalità che questa storia portava con sé. Anche quando questa storia veniva trattata dai media, sentivamo che c’era altro che si poteva raccontare e che potesse reggere all’urto del tempo, ed è su questo che ci siamo concertati. Ci siamo resi conto che l’assenza dei propri cari non era qualcosa legato solo al rapimento ma anche a una condizione esistenziale permanente. Poi c’è il rapporto complesso che queste persone hanno col mare, che per loro è gioia, vita, ricchezza, ma anche paura, timore, perché chi parte sa che può non tornare o che potrebbe succedere qualsiasi cosa. Infine è una storia di pescatori, ma allo stesso tempo anche di donne, di famiglie, e questo ci è sembrato tanto importante da far diventare le donne e le famiglie protagoniste insieme ai pescatori”.
L’armatore Marco Marrone ha concluso il dibattito che ha anticipato la proiezione del docufilm: “Durante il sequestro decidemmo di arrivare a Roma con le donne, le mamme, le figlie e le mogli di alcuni dei pescatori. Non avevamo visibilità quindi ci incatenammo davanti Montecitorio, dove sono stato 55 giorni. Affrontando la pioggia e le intemperie abbiamo cercato insieme al sindacato di dare voce ai lavoratori, che nel frattempo stavano vivendo un sequestro lunghissimo, di cui ancora non comprendiamo il motivo. Dobbiamo provare a cambiare qualcosa per sostenere i pescatori che, nonostante restrizioni e sequestri, ancora oggi continuano a prendere il mare e a fare il proprio mestiere”.